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Il colore

Come un fisico, un letterato e un chimico hanno cambiato il modo di considerare i colori.

Il colore per me

Il colore per me è istinto e da ciò parto nei laboratori d’arte che conduco.

La teoria è comunque importante, più divertente se in forma anedottica.

Tempo fa ho organizzato una piccola gara tra giardinieri. Avevano a disposizione piante fiorite di diversi colori, il compito era di creare un’aiuola che rappresentasse l’arcobaleno. L’effetto finale, pur di grande effetto, ha dimostrato che solo pochi avevano disposto i colori seguendo l’andamento dello spettro cromatico della luce visibile.

Una dama di un salotto di metà ‘700 non avrebbe avuto dubbi. In quel periodo era di moda avere un piccolo prisma trasparente attraverso cui sperimentare la diffrazione della luce. Nel 1740 fu pubblicato un libro dal titolo “Il Newtonianismo per le dame”  in cui venivano esposte, in modo divulgativo le teorie di Newton sulla luce. Il colore non è più una proprietà della materia. Il colore è dentro la luce e non sulle cose. 

Nello spettro della luce il passaggio da un colore all’atro è indefinito, è una sfumatura continua. Quindi i colori possono essere in numero illimitato. Newton però affermò che nello spettro era possibile identificare 7 colori.

Il cerchio cromatico di Newton

Newton per sottolineare  l’idea del colore come entità omogenea trasforma lo spettro lineare in un anello dove fa combaciare i due estremi dello spettro. Rappresenta in modo grafico un concetto scientifico.

Da questa rappresentazione emergono altre caratteristiche del colore: gli opposti: il giallo è dall’altra parte rispetto al viola come anche il rosso e il verde.

Il suo cerchio cromatico è la pietra miliare di tutte le successive teorie.

I colori di Goethe

uasi un secolo dopo Newton, un letterato, Goethe, si occupa del colore, ma differenza del fisico, ne approfondisce l’aspetto fenomenologico, cioè come lo vediamo.

Le sue teorie diventano fondamentali per l’arte dell’ottocento.

Nei suoi libri sul colore, le teorie sono esposte attraverso esempi concreti e piccoli esperimenti. Il colore è qualcosa che si forma nella mente di chi osserva e provoca suggestioni. Costruisce una teoria cosmologica sul colore che rivela le proprietà profonde della natura delle cose. Introduce il concetto dei colori complementari: il rosso si oppone al verde così il blù si contrappone al giallo manifestando le forze che governano l’universo in accordo e conflitto tra di loro.

La classificazione di Chevreul

Michel Eugène Cheuvrel è un chimico, nominato nel 1824 direttore delle manifatture reali di Gobelins a Parigi dove razionalizza la nomenclatura dei colori utilizzata dai tintori, sostituendo le denominazioni fantasiose con la numerazione e introducendo i cerchi cromatici per la classificazione.

Si rende conto delle problemi che si hanno con il nero, che a seconda del colore che circonda cambia, sembra verdastro su fondo rosso e giallastro su fondo blù. Ispirato dalle teorie di Goethe sui colori comprende che il problema non è dato dal filato, ma dalla nostra visione che crea un complementare psicologico. Risolve il problema studiando vari tipi di contrasti e in fine aggiunge ai filati u pizzico di colore complementare: nel caso di un’apparenza verdastra aggiunge del rosso.

Definisce questo tipo di contrasto simultaneo. Scrive un libro sull’argomento che diverrà materia di studio per gli artisti, Delcroix è tra i primi ad utilizzare gli insegnamenti di Chevreul e a utilizzarli nella sua pittura creando ad esempio ombre viola che si contrappongono alla luce solare gialla.

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