Ricorti ieri, oggi, domani agli orti Salgari

Da ottobre 2019 ad aprile 2021, l’Area Ortiva Salgari di Bologna è stata completamente ristrutturata con i fondi del piano per le periferie. Questa notizia ha creato un importante trauma nella comunità ortiva con ripercussioni psicologiche ed emozionali tangibili, soprattutto su coloro che vivono l’orto come “amico”.

L’orto urbano non è solo coltivazione, ma socializzazione, educazione, terapia: negli anni, da area per gli anziani si è trasformato in area per tutti, un luogo in cui far tesoro delle differenze di età e di cultura. Il progetto Ricorti è nato nasce per prendersi cura della comunità ortiva Salgari nella fase di cambiamento.

Edizioni

Giugno 2019-giugno 2020 

Area ortiva di Via Salgari, Bologna

Clienti/partner

Zona Ortiva Via Salgari A.P.S.

Fondazione del Monte

Destinatari

COMUNITA’ ORTIVA

Pensionati, giovani, stranieri

 

Il progetto: le fasi

L’OBIETTIVO PRINCIPALE del progetto è focalizzato SULLA CURA DELLE RELAZIONI TRA GLI UTENTI DEGLI ORTI, per generare altre motivazioni per stare insieme, scoprendo ed esprimendo nuovi talenti.

PER CONSOLIDARE LA COMUNITA’ E PROGETTARE IL SUO FUTURO.

Obiettivi

  • Sostenere la comunità ortiva a livello psicologico ed emozionale durante il cambiamento;
  • Coinvolgere la comunità ortiva in azioni concrete;
  • Attivare e sostenere processi di co- progettazione per la nuova area ortiva.

Benefici

  • Attivare un atteggiamento proattivo negli ortolani rispetto al cambiamento.
  • Vivere questo evento come un’occasione di crescita e sviluppo sia personale che collettivo.
  • Scoprire nuovi talenti di sé e degli altri durante le attività condivise organizzate dal Coworking del Sé;
  • Trovare all’interno della comunità ortiva un’autonomia progettuale.
  • Creare un vademecum di pratiche comunitarie interne e condivise.

Fase 1 - conosciamoci

In questa prima fase abbiamo fatto conoscenza con gli Orti e un gruppo di ortisti.

L’intento era di raccogliere informazioni utili per capire come raggiungere gli obiettivi previsti.

Il campione di riferimento, pur significativo, non è sufficiente.

Non è realistico pensare di intervistare tutti, occorre però raggiungere il maggior numero possibile degli ortisti.

Azioni

  • Raggiungere il maggior numero possibile di ortisti
  • Creare una rete di comunicazione
  • Creare una connessione tra Orto 1 e Orto 2
  • Attivare i punti di raccolta dei semi, oggetti e piante
  • Individuare i “Maestri d’orto”

Fase 2 - la raccolta dei Ricorti diventa Il Libro degli Orti

La collaborazione con il comitato dell’Associazione Orti Salgari si è rilevata difficoltosa e spesso ostile.

I tentativi di formare i gruppi di lavoro previsti e programmati è stata disattesa, mentre gli incontri e le interviste agli ortolani sono proceduti con buoni risultati.

Per continuare la ricerca dei Maestri dell’orto e raccogliere dati e suggerimenti utili per i futuri orti, è stato progettato il Libro degli orti

 

Fase3 - le storie e le mappe

Abbiamo intervistato diversi ortolani e proposto loro di disegnare la mappa del proprio orto. Il racconto e la descrizione dell’orto da parte del singolo è diventava momento di discussione sui metodi e le modalità di coltivazione e anche il ricordo degli avvenimento accaduti nel corso degli anni si arricchiva sempre più di particolari e prendeva forma la “storia” degli orti Salgari.

Il lockdown ha interrotto parzialmente il lavoro che è però proseguito con interviste e chiacchierate telefoniche e appena possibile con incontri singoli.

Il libro

Benvenute nel mio castello!”

“Quando sono in crisi vengo qui e mi sento un’altra, divento una regina”

Marinella

 

Così ci accolse l’ortolana regina. Lei fu la nostra prima guida.

La prima a raccontarci di se e della vita all’interno di questo paese che sono gli orti Salgari.

Una vita carica di storie appassionanti, comiche, poetiche, drammatiche a tratti surreali.

Un mondo tra i mondi, un castello benedetto e maledetto al contempo.

 

Quattrocento anime che fanno nascere ortaggi, piante e fiori, amori, amicizie e conflitti.

Gente diversa, proveniente da culture diverse. Con valori, credenze e storie molto differenti tra loro ma unite da un desiderio, mettere le mani nella terra. Un laboratorio di colture e culture. Il più grande complesso ortivo di Bologna e fors’anche d’Italia. Nato negli anni 80, in concomitanza alla costruzione del Virgolone, un grande complesso abitativo davanti al quale c’era un grande prato verde. Un po più in là aree agricole che ora hanno lasciato il posto a strade e centri commerciali.

Quel prato è stato trasformato negli Orti salgari grazie alla passione di alcuni cittadini per la zappa, i semi e la terra. Questi furono i veri padri e madri degli Orti salgari. Poi subentrarono le istituzioni che trasformarono i primi appezzamenti in orti comunali.

 

Per te che entri oggi in questo castello, come ci entrammo noi un tempo, sappi che incontrerai le voci di coloro che hanno vissuto la trasformazione e il rifacimento degli orti avvenuta nel 2020 e forse una di queste è proprio la tua. Ci fu un periodo abbastanza impegnativo, segnato anche dal Covid-19, in cui gli ortolani dovettero salutare ciò che fu e prepararsi volenti o nolenti ad accogliere ciò che venne dopo.

Ogni momento di passaggio e cambiamento, piccolo o grande che sia, può generare piccoli o grandi lutti.

Raccontare è un modo per onorare ciò che è stato. Qualunque cosa sia accaduta nel bene e nel male, attraverso la testimonianza, può essere trasformata, elaborata e lasciata andare.

Con questo intento è nato il libro.

 

I castelli hanno ali, stanze e corridoi. Gli orti Salgari hanno lotti, appezzamenti e stradelli. I cortigiani tengono nei bauli ricordi, abiti e suppellettili, gli ortolani semi e attrezzi di lavoro.

Ogni ortolano incontrato ha condiviso con noi un pezzo di storia, un pezzo di verità che unita a quella degli altri arricchisce la narrazione collettiva.

Si vengono così a delineare le tante trame della vita di questo castello e si scoprono bauli che parlano di relazioni tra persone e persone, tra persone e verdure, tra verdure e attrezzi, tra attrezzi e persone.

 

I ricordi del singolo diventano il ricordo di una comunità.

Risultati

Gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti all’80 % . Il libro, che è il prodotto finale di questo percorso progettuale, sia per le modalità con cui è stato realizzato, sia per le storie contenute in esso, sarà il ponte tra i vecchi orti e quelli nuovi. Essendo un libro aperto, cioè fatto con un rilegatore ad anelli, potrà essere continuato da chiunque abbia voglia di inserire pensieri, parole e disegni. Chiunque potrà continuare a scrivere il proprio pensiero, sia i vecchi ortolani che si ritroveranno in quello nuovo, sia i nuovi che poco sanno del vecchio. Quest’opera collettiva, nata negli Orti Salgari al tempo del loro rifacimento e al tempo del lockdown, potrebbe continuare a raccontare storie d’orti e d’ortolani. Scrivendo e leggendo si attiva una comunicazione diversa, più ragionata, potrebbe quindi accadere che il punto di vista dell’altro possa risultare più accettabile, comprensibile o semplicemente conosciuto. Conoscere e comprendere il pensiero dell’altro è la base per una buona comunicazione e riteniamo che il libro sia lo strumento giusto per continuare lo scambio di conoscenze, saperi e pensieri all’interno della comunità ortiva. Questo è il più importante tra i risultati che ci eravamo prefissati per il progetto.